Processione Assunta 2014

Processione Assunta 2014

Processione Assunta 2014

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Processione Assunta 2014
Omelia al termine della processione dell’Assunta
Spoleto, Basilica Cattedrale, giovedì 14 agosto 2014


Ancora una volta la nostra città si stringe attorno alla Vergine Maria in un tributo corale di affetto e devozione, erede della tradizione dei padri che ha visto nella presenza della Santissima Icone in questo Duomo il segno della protezione materna della Madre del Signore.

È proprio la “maternità” di Maria che ispira questa sera la nostra riflessione e la nostra preghiera: guardiamo a Lei, infatti, come sposa e madre che ha vissuto in famiglia, nella casa di Nazareth, la risposta alla chiamata di Dio. Questa dimensione “famigliare” della sua avventura umana e spirituale ci invita a fermare un attimo la nostra attenzione su quanto la Chiesa sta vivendo in queste settimane

 

Da molti mesi ormai Papa Francesco pone insistentemente l’accento sulla famiglia e sull’attenzione che si deve riservare a questo nucleo fondamentale della società e della Chiesa. Perciò ha deciso di convocare uno speciale Sinodo dei Vescovi nel prossimo autunno, per trattare il rapporto tra famiglia ed evangelizzazione ed ha chiesto a tutti i credenti di accompagnare con la preghiera la preparazione di questo importante evento ecclesiale. Oggi, infatti, la Chiesa è chiamata ad affrontare anche le nuove urgenze pastorali che riguardano la famiglia, la sua vocazione e missione, i problemi del matrimonio, della vita familiare, dell’educazione dei figli, e il ruolo delle famiglie stesse nella missione affidata da Gesù ai suoi discepoli.

Proporre dunque con sapienza il Vangelo per la famiglia appare quanto mai urgente e necessario. Fra le numerose nuove situazioni che richiedono la particolare attenzione della comunità cristiana basti menzionare la cultura del non impegno e della presupposta instabilità del vincolo, l’influenza della televisione e degli strumenti della comunicazione nella comprensione delle nozze e della vita familiare, la svalutazione della permanenza e della fedeltà del patto matrimoniale, i matrimoni misti, le famiglie composte da un solo genitore, le coppie di fatto e i divorziati risposati. E questo elenco delle sfide al matrimonio e alla famiglia, purtroppo, non è esaustivo…

Papa Francesco recentemente ha sottolineato che «la famiglia è l’elemento portante della vita sociale e solo lavorando in favore delle famiglie si può rinnovare il tessuto della comunità ecclesiale e la stessa comunità civile». Anche la nostra diocesi, specialmente grazie all’impegno generoso ed intelligente dell’Ufficio per la pastorale della famiglia, sta dedicando ad essa particolare cura, proponendo e favorendo la diffusione nelle comunità parrocchiali delle diverse iniziative di accompagnamento e formazione. Penso tra l’altro agli incontri di preparazione per le coppie che intendono celebrare un matrimonio cristiano. Siamo infatti convinti che la famiglia costituisce una priorità e merita senza riserve la nostra attenzione e sollecitudine, minacciata com’è su fronti diversi da ideologie malsane e distruttive, che pretendono – anche a livello istituzionale – di sovvertire le leggi della natura e dell’umana convivenza, assegnando ad ogni forma di vita comune tra persone la definizione e lo statuto di “famiglia”, che invece non può essere se non l’unione stabile, fedele e feconda di un uomo e di una donna. Non si tratta di “difendere” la famiglia, perché il suo valore e il suo ruolo insostituibile nel tessuto sociale sono sotto gli occhi di tutti. Si tratta piuttosto di “celebrare” e di “far vedere” la bellezza della famiglia, mettendo in risalto i valori della condivisione, della fedeltà, dell’ideale comune che fonda la decisione per una vita a due pensata e voluta sotto lo sguardo di Dio. È quanto abbiamo voluto fare anche noi con la celebrazione della “festa della famiglia”, giunta quest’anno alla sua seconda edizione.

Scrivendo alle famiglie lo scorso 2 febbraio, Papa Francesco affermava: «Gesù è la fonte inesauribile di quell’amore che vince ogni chiusura, ogni solitudine, ogni tristezza. Nel vostro cammino familiare, voi condividete tanti momenti belli: i pasti, il riposo, il lavoro in casa, il divertimento, la preghiera, i viaggi e i pellegrinaggi, le azioni di solidarietà… Tuttavia, se manca l’amore manca la gioia, e l’amore autentico ce lo dona Gesù: ci offre la sua Parola, che illumina la nostra strada; ci dà il Pane di vita, che sostiene la fatica quotidiana del nostro cammino».

Anche noi questa sera, alla scuola di Maria sposa e madre, vogliamo invitare Gesù nella nostra casa e guardare “con intelletto d’amore” alle nostre famiglie, senza dimenticare specialmente quelle segnate dalla sofferenza generata da separazioni e conflitti, dalla crisi economica, da incomprensioni ed egoismi, ed impegnarci tutti insieme, ciascuno secondo le proprie possibilità, a “fare famiglia” e “dare famiglia”, come diceva don Pietro Bonilli, perché solo così si potrà garantire un futuro affidabile alle giovani generazioni, che attendono dagli adulti la trasmissione e la testimonianza delle ragioni che danno senso alla vita e permettono di credere e di sperare.

Per questo, al termine della nostra preghiera, consegnerò a cinque coppie di sposi provenienti dai Vicariati e, idealmente, a tutte le famiglie dell’Archidiocesi la luce attinta alla lampada che arde davanti alla Santissima Icone e il testo della speciale preghiera composta da Papa Francesco. Questa luce sia accolta e diffusa nelle diverse parrocchie e da esse sia trasmessa alle famiglie cristiane: auspico che si sviluppi in tutto il territorio diocesano una vera catena di preghiera allo Spirito Santo, affinché illumini i Padri sinodali e li guidi nel loro impegnativo compito. Chiedo a tutte le famiglie presenti di portare a casa e diffondere il testo della preghiera e di recitarla con fede ogni giorno: dall’aiuto e dall’assistenza dello Spirito del Signore possiamo attendere una parola di speranza e di consolazione per il cammino quotidiano delle nostre famiglie.

E alla Vergine Maria, Regina della famiglia, volgiamo ancora lo sguardo con ammirazione e fiducia e con il canto delle Litanie imploriamo la sua intercessione affinché sappiamo riconoscere l’opera della Provvidenza nelle realtà quotidiane della vita, si rinnovi nelle nostre case il desiderio della santità e venga sostenuta dalla grazia dello Spirito Santo la nobile fatica del lavoro, dell’educazione, dell’ascolto, della reciproca comprensione e del perdono.

Santa Maria, prega per noi!

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