Sabato 3 dicembre 2016, alle ore 15.00, si è avviata a Cannaiola di Trevi la prima sessione – che si conclude la sera di domenica 4 dicembre – dell’Assemblea sinodale che la Chiesa di Spoleto-Norcia celebra nell’anno pastorale 2016-2017, come risposta all’invito di papa Francesco di trarre insegnamenti pratici dalla sua esortazione apostolica Evangelii gaudium. Il primo momento si è tenuto nel santuario del beato Pietro Bonilli con il saluto dell’arcivescovo Renato Boccardo che ha ricordato agli oltre 160 delegati che l’Assemblea «vuole essere uno sguardo amoroso rivolto alla nostra Chiesa; uno sguardo non ansioso, rassegnato o ingenuo, ma coraggioso e capace di guardare al futuro».
Poi, c’è stato l’intervento del vescovo di Foligno mons. Gualtiero Sigismondi, (CLICCA QUI), sul tema di questa prima sessione: “Per una Chiesa in ascolto: riscoprire il fondamento”. È solo la Parola di Dio, fondamento della vita ecclesiale, che ci mette in cammino, ci libera dai ripiegamenti e dalla chiusure, spinge a guardare avanti e non indietro, conduce a leggere la realtà con la lente del Vangelo. Alle 16.00 i delegati si sono suddivisi in quindici gruppi (ognuno è contraddistinto dal nome di un Santo o di un Beato della Diocesi) e, guidati da un animatore e un segretario, si sono confrontati su come “Consolidare e diffondere la Lectio divina”, su come “Valutare lo spessore della fede delle nostre comunità”, su come “Riqualificare l’omelia”, su come “Ripensare i percorsi di educazione alla fede delle nuove generazioni”, su come “Individuare un linguaggio nuovo per dialogare con tutti”. I cinque aspetti vengono affrontati nell’arco delle due giornate del 3 e 4 dicembre.
Domenica 4 dicembre la giornata si è avviata con la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo nel santuario del beato Bonilli e concelebrata dai sacerdoti delegati dall’Assemblea (i membri del Consiglio episcopale, i Pievani, e quelli di nomina vescovile). Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato che se nella vita «non riconosciamo l’azione di Dio in una persona specifica che mi si fa incontro o che mi chiede aiuto, o in una particolare situazione della vita, devo almeno rendermi conto che questa occasione, nei modi concreti in cui si realizza adesso, non si ripeterà più. Come non vedere in questa ottica l’assemblea sinodale che stiamo vivendo? Questi giorni di lavoro sono un dono di grazia che non si ripeterà più. Per noi e per la nostra Chiesa. Avremo certo le altre tre sessioni, ma questa non tornerà più. Dipende da noi viverla e interpretarla. La domanda allora sarà: che cosa vuoi da noi, Signore? In che cosa vuoi che perseveriamo? In che cosa vuoi che ci correggiamo?». Alla fine della Messa, mons. Boccardo ha lasciato ai delegati un pentalogo: avere uno sguardo d’amore per la nostra Chiesa; non ridursi all’esperienza o al sentimento personali; valorizzare il buono e guardare avanti in maniera positiva (non lamentarsi sempre); seguire la traccia dell’Instrumentum laboris e attenersi al tema: non si può dire tutto, nè quello che io ritengo importante in questo momento; far parlare tutti, ascoltare tutti, nessuno prenda il sopravvento».
I lavori sono proseguiti fino alle 17.30. Prima di far ritorno alle proprie case ci si è ritrovati nuovamente in chiesa per la preghiera del Vespro presieduta da don Luciano Avenati vicario episcopale per la formazione.
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