Sacerdoti in pensione

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Sacerdoti in pensione

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Sacerdoti in pensione

 

Un prete non va in pensione, ma continua ad accompagnare il popolo di Dio con la preghiera e il ministero.

Mons.  Arcivescovo  ha  accolto  la  rinuncia  al  rispettivo  ufficio  pastorale,  per raggiunti limiti di età, a norma del can. 538 § 3 del Codice di Diritto Canonico, di:

Don  Gaetano  Conocchia,  Parroco  di  San  Michele  Arcangelo  in  Eggi  di Spoleto.

Don Guerrino Conti, Parroco di San Michele Arcangelo in Giano dell’Umbria.

Don Giulio Martelli, cpps, Parroco moderatore di San Francesco al Bastardo in Giano dell’Umbria.

Don Guido Mondi, Parroco in solido di Santa Maria in Turrita di Montefalco.

Don  Luciano  Nanni,  Parroco  di  S.  Antonio  in  Gualdo  Cattaneo  e  di  San Michele in Pomonte di Gualdo Cattaneo.

Don  Eusebio  Severini,  Parroco  di  San  Pellegrino  Vescovo  e Martire  in  San Pellegrino di Norcia.

Mons. Sergio Virgili, Parroco del Sacro Cuore in Spoleto.

Mons. Elio Zocchi, Arciprete di Santa Maria della Visitazione in Cascia.

P. Adalberto Di Donato,  cp,  Parroco  in  solido  di  Santa Maria  in  Turrita  di Montefalco.

P. Carlo Vincenti, osa,  Parroco  in  solido  della  Trasfigurazione  di N.S. Gesù Cristo all’Altipiano di Avendita di Cascia.  

Mons. Luigi Galli, Presidente dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero.  

A  questi  sacerdoti  va  il  grazie  dell’Archidiocesi  per  la  costante  e  generosa attività  svolta  in  lunghi  anni  di ministero  pastorale.  Ognuno  di  loro  proverà sentimenti  diversi:  tanti  ricordi,  tante  esperienze  umane  e  spirituali,  tanti sacrifici  e  rinunce,  tanto  bene  seminato  gratuitamente  nel  silenzio  e  nella donazione  senza  calcolo,  tante  vite  accolte,  accompagnate,  sostenute  e consolate, tante  lacrime versate in solitudine che hanno reso misteriosamente fecondo  il ministero pastorale. Solo  il buon Dio conosce  i dettagli di  tutta una vita  spesa  al  servizio  del  Vangelo  e  dei  fratelli;  solo  Lui  può  ricompensare degnamente il suo servo fedele. «Un prete però – afferma l’Arcivescovo – non va  “in  pensione”:  continua  ad  accompagnare  con  la  preghiera  ed  il  suo 2 prezioso  ministero,  ricco  della  sapienza  e  dell’esperienza  accumulate,  il cammino del popolo di Dio in terra spoletana-nursina».

 

 


 

 

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