L’Arcivescovo di Spoleto-Norcia
Al popolo di Dio che è in Spoleto-Norcia
Spoleto, 15 dicembre 2009
Carissimi fratelli e sorelle.
in questi primi due mesi di ministero pastorale fra voi ho avuto la gioia di visitare numerose comunità parrocchiali e di incontrarvi sacerdoti e fedeli, ricevendo ovunque una accoglienza calorosa e fraterna, segno di quella misteriosa comunione – anche affettiva – che lega una Chiesa particolare al Vescovo che il Signore le invia.
Si tratta ogni volta di una esperienza unica e commovente, che mi conforta e sostiene nel mio pellegrinare con voi sulle vie del Vangelo: siatene tutti vivamente ringraziati.
Ho visto lo zelo e la dedizione con cui i Sacerdoti adempiono quotidianamente al ministero pastorale e voglio rendere omaggio di ammirazione e riconoscenza alle loro vite donate nella riproposizione umile e fedele dei gesti e delle parole di Gesù «perché il mondo credo» (Gv 17,21) ed abbia la vita in abbondanza (cf Gv 10,10).
Ho visto come la comunità cristiana vuole bene ai suoi preti, li stima e li aiuta, li segue e sostiene con una “compagnia” spirituale e anche materiale: desidero qui ringraziare i fedeli laici per tale assidua presenza accanto ai loro pastori; questa “familiarità”, insieme con la grazia dei Sacramenti, intesse e salda rapporti di umanità e fraternità tanto importanti per la vita di un sacerdote.
Quasi ovunque la gente mi ha chiesto di mandare un prete, sia per affiancare quello già operante in loco, sia per assicurare una presenza stabile in quelle comunità che, purtroppo, possono ricevere solo saltuariamente l’assistenza spirituale e sacramentale a cui hanno diritto. Di fronte a queste richieste – pienamente legittime – esperimento ogni volta un grande senso di impotenza e di frustrazione: il Vescovo vorrebbe poter contare su un buon numero di sacerdoti e, invece, attualmente un solo giovane frequenta il nostro Seminario… Mi tornano alla mente le parole del Santo Curato d’Ars: «Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio è il più grande tesoro che il buon Dio possa accordare ad una parrocchia e uno dei doni più preziosi della misericordia divina… Egli è l’economo del buon Dio, l’amministratore dei suoi beni… Lasciate una parrocchia per vent’anni senza prete: vi si adoreranno le bestie… Il prete non è prete per sé, lo è per voi».
Sono convinto che il Signore Gesù continua a rivolgere ai nostri giovani l’invito a seguirlo con cuore indiviso per il servizio della Chiesa e dei fratelli; purtroppo, il rumore e la distrazione nei quali spesso è immersa o anche sommersa la vita quotidiana rendono sempre più difficile decifrare la voce di Dio ed interpretare l’esistenza come risposta ad un appello. E una Chiesa locale che non “genera” tra i suoi figli risposte generose alla chiamata di Dio è una Chiesa in qualche modo malata o zoppa…
Non possiamo rimanere inerti di fronte a questa situazione, che rischia di divenire ancora più grave in futuro; non possiamo accontentarci di aiuti, pur preziosi ed apprezzati, che ci vengono da altri paesi. Tutti – preti, religiosi e laici – dobbiamo “fare qualcosa” perché non si inaridisca nella nostra diocesi quella sorgente zarnpillante che, nel segno della generosi{a e del sacrificio, del coraggio e dell’entusiasmo, l’ha resa nel tempo ricca di santi e di preti.
Sulla scia di quanto intrapreso in anni recenti, opportune iniziative di pastorale giovanile e vocazionale già stanno vedendo la luce e trovano sorprendente e consolante risposta; i programmi pastorali in elaborazione a livello diocesano e zonale dovranno tener conto di questa ininunciabile priorita. Chiedo fin d’ora a tutti gli operatori deila pastorale di farsi presso i loro giovani convinti sostenitori dei momenti di formazione ed approfondimento proposti in merito, artnonizzando e subordinando alle proposte diocesane altri momenti “locali”.
Tuttavia, la cosa più urgente ed importante rimane I’esortazione di Gesù: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe)» (Lc 10,2).
Invito pertanto tutte le persone di buona volontà ad unirsi a me nella preghiera accorata al Signore ogni primo sabato del mese, a partire dal 2 gennaio 2010: ci ritroveremo alle ore 7,30 presso la chiesa di San Luca e, recitando il Rosario, ci recheremo processionalmente e in spirito penitenziale verso il Santuario della Madonna della Stella dove, alle ore 8, presiederò la celebrazione dell’Eucarestia. Le Monache di clausura e quanti sono impossibilitati a partecipare a causa della malattia o dell’età ci accompagnino con la preghiera
comunitaria o persoriale e con l’offerta della propria sofferenza.
Auspico che tuffa la diocesi, in tuffe le sue componenti, si faccia responsabile carico di questa necessità vitale e che nelle diverse comunità locali fioriscano iniziative di preghiera e di penitenza per impetrare dal Signore il dono prezioso di nuove vocazioni per la nostra Chiesa locale: affido alla sensibilita dei Parroci e dei Consigli Pastorali parrocchiali le modalità concrete per la loro realizzazione.
Dispongo inoltre che, a partire dalla Messa di mezzanotte del prossimo Natale, in tutte le celebrazioni eucaristiche domenicali e festive una intenzione della preghiera universale sia esplicitamente dedicata alla richiesta umile e fiduciosa di nuove vocazioni per la nostra Chiesa.
L’intercessione materna della Vergine Maria ottenga ai nostri giovani la capacità di rispondere all’appello del Signore e I’esempio dei nostri Santi li sproni a donare la vita per una causa grande, perché «Cristo non toglie nulla, e dona tutto. chi si dona a lui, riceve il centuplo» (Benedetto xvl).
A tutti l’augurio cordiale di buon Natale, con la benedizione del Signore.