Mercoledì 16 maggio si è conclusa la visita in Kosovo, al Campo Missione di Radulac, di una delegazione della Caritas delle Diocesi dell’Umbria, guidata dagli arcivescovi di Perugia-Città della Pieve, mons. Gualtiero Bassetti, e Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo. La giornata, come è consuetudine, ha avuto inizio con la celebrazione delle Lodi mattutine, nel corso delle quali un volontario condivide con i presenti alcune risonanze sul Vangelo del giorno. Poi, coralmente si dice “Buona giornata” e tutti iniziano le loro attività: chi va scuola, chi al lavoro, chi pulisce, chi cucina, chi si dedica all’ascolto delle persone che bussano alla porta del Campo Missione.
Sì, perché nella struttura della Caritas dell’Umbria in Kosovo, Massimo, Cristina e i volontari, oltre a prendersi cura dei bambini e dei ragazzi, accolgono le persone povere del villaggio di Radulac. Le ascoltano e, se possibile, le aiutano con dei pacchi alimentari, con i vestiti e con quanto può servire a chi non ha nulla. Proprio mercoledì 16 maggio, intorno alle 9.00, con un carretto trainato da un cavallo, si è presentata una famiglia: marito, moglie e un bimbo. Hanno chiesto dei vestiti. In casa non ne avevano più, tutti erano stati bucati dai topi. Dalla Casa Caritas questa povera famiglia non è partita a mani vuote. Quel che più conta, però, è che ha portato via il sorriso di persone disposte a stringergli la mano, ad ascoltarle, a consigliarle.
Dopo aver salutato i bambini, gli Arcivescovi Bassetti e Boccardo, insieme agli altri membri della delegazione, sono andati a Klina per incontrare il sindaco Sokol Bashota, già Ministro per gli Affari Sociali del Kosovo, sostenitore del Campo Missione della Chiesa umbra. Klina è una città di 50.000 abitanti, suddivisi in 54 villaggio, tra cui Radulac, sede della Casa Caritas. «Siamo lieti di poterla salutare», ha detto a nome di tutti mons. Boccardo. «Grazie per il sostegno garantito alle nostre iniziative che hanno l’obiettivo di dare un futuro sereno ai bambini kosovari. Con la sua autorevolezza di antico Ministro degli Affari Sociali, le chiedo di continuare a “proteggere” la Casa della Caritas». Dalla residenza municipale, ci si è spostati a Lesckoc, a cinque chilometri da Klina, per visitare il cantiere della nuova sede del Campo Caritas Umbria, dove i lavori sono a buon punto.
Nel primo pomeriggio la delegazione si è recata in visita alla storica sede del Patriarca della Chiesa Ortodossa a Pec e alla casa delle Suore Missionarie della Carità (quelle fondate da madre Teresa di Calcutta, ndr) nella stessa città.
Alle 18.00, presso il Campo Missione di Radulac, è stata celebrata la Messa conclusiva della visita degli Arcivescovi e degli altri membri della delegazione. La liturgia eucaristica, nel corso della quale i Presuli hanno amministrato il sacramento del Battesimo ad un bambino (Federico) e quello della Confermazione a tre ragazzi (Anton, Pashhia e Bardha), è stata presieduta da mons. Renato Boccardo. Erano presenti alcuni sacerdoti della zona, diverse suore e un gruppo di militari del contingente italiano con in testa il Generale Francesco Diella. Nell’omelia l’Arcivescovo di Spoleto ha ricordato come lo Spirito di Dio costituisce Federico figlio di Dio e Anton, Pashhia e Bardha come cristiani adulti nella fede. «La ricchezza che nessuno ci può togliere – ha detto – è proprio l’essere figli di Dio attraverso i sacramenti, indipendentemente dai nostri meriti. Nessuno può cancellare questa condizione. Tutti siamo allora chiamati a fare un esame di coscienza su come custodiamo la dignità di essere figli di Dio e quali frutti questa porta nella nostra vita. L’essere cristiani – ha concluso Boccardo – non si può ridurre a qualche gesto episodico, ma richiede coerenza di vita e non proclami solo con le labbra». Poi, rivolto alle persone che hanno partecipato alla Messa, ovvero preti, suore, militari e altri: «siate sempre i benvenuti in questa Casa dove la Caritas dell’Umbria da alcuni anni è al fianco del popolo kosovaro». Infine, un pensiero a Massimo e Cristina, ai loro tre figli e a quello che a breve verrà alla luce: «non siete soli, ci siamo noi che vi vogliamo bene, vi sosteniamo e vi incoraggiamo nel servizio a questi bambini. Che Dio vi benedica!».
Prima di salutare tutti gli intervenuti, in particolare i bambini e i ragazzi della Casa, mons. Gualtiero Bassetti ha preso la parola per un ringraziamento particolare al suo confratello di Spoleto-Norcia: «grazie mons. Renato per aver accettato, con intelligenza e con un grande cuore, di essere il Vescovo delegato per il servizio della carità, il più delicato ambito della Chiesa. Grazie per come hai agito qui in Kosovo, in questa casa che è un segno autentico del Signore». Poi, un pensiero a tutti i presenti: «eravamo giunti in questo Paese circa tredici anni fa – ha detto Bassetti – per un’emergenza (la fine della guerra e tutte le sue conseguenze), ndr). Ora l’emergenza si è trasformata in vocazione e la maternità e paternità di Cristina e Massimo è divenuta più ampia di quella naturale. Guardiamo lontano, consapevoli che la vita è come scalare una montagna: più cammini e più si aprono nuovi orizzonti. Cari amici che vivete in questa nostra Casa Caritas, non perdete il coraggio di camminare».
Prima della buona notte e dell’arrivederci alla prossima, Massimo ha preso il microfono e ha detto: «grazie cari Vescovi per questa visita tanto desiderata. È stato stupendo vedere una comunità riunita insieme. Grazie».