«Eccellenza, a nome di tutti i detenuti la ringrazio per questa visita e per aver voluto rendere partecipi anche noi della festa di S. Ponziano. È la prima volta che la reliquia del patrono varca eccezionalmente le mura di questo luogo. Cogliamo l’occasione per ringraziare anche il nostro cappellano mons. Eugenio Bartoli, il diacono permanente Francesco Pietro D’Urso e i vari catechisti che ogni settimana ci fanno approfondire la Parola di Dio». Così un ergastolano ha salutato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, che nel pomeriggio di sabato 12 gennaio 2019 si è recato nella Casa di Reclusione di Spoleto con la reliquia del Santo patrono. Il Presule ha presieduto la Messa alla presenza di numerosi detenuti.
Foto Gallery Ceis / Foto Gallery Lacrime a Trevi / Foto Gallery in Carcere
Con lui hanno concelebrato: il cappellano mons. Eugenio Bartoli e il cerimoniere arcivescovile don Edoardo Rossi. Il servizio all’altare è stato curato dal seminarista Giacomo Santeramo. La liturgia è stata animata nel canto dal diacono Francesco Pietro D’Urso insieme ad altri membri delle Comunità del Cammino Neocatecumenale che affiancano il cappellano nel servizio prezioso della pastorale carceraria. All’inizio della celebrazione don Eugenio ha preso la parola per dare il benvenuto al Vescovo, per salutare i detenuti e gli agenti della Polizia Penitenziaria, guidati dal Commissario Capo Marco Piersigilli.
«Sono qui molto volentieri – ha detto mons. Boccardo – per condividere con voi la festa di S. Ponziano. Infatti, almeno per ora, siete cittadini di Spoleto ed è giusto che possiate venerare anche voi il Santo patrono attraverso la reliquia. Le nostre vite a volte – ha proseguito – sono segnate dalle tenebre; noi siamo qui a celebrare l’Eucaristia per affidare a Cristo la nostra esistenza, l’unico capace di trasformare le tenebre in luce».
Nell’omelia, poi l’Arcivescovo ha presentato il tratto saliente della personalità di S. Ponziano: giovane rimasto fedele alla figliolanza con Dio ricevuta nel Battesimo fino al punto da essere torturato e, infine, ucciso. «Il suo messaggio – ha detto – è ancora vivo nella comunità di Spoleto. A noi suoi concittadini ed eredi ci invita ad avere coraggio e a non dimenticare che siamo figli di Dio. Voi, cari amici, siete qui con la libertà limitata, con pesi enormi che sono conseguenza dei vostri errori, con tanti affetti feriti. E il rischio è che dimentichiate persino la vostra identità. La festa di S. Ponziano, allora, ci aiuta a ricordare che siamo figli di Dio, che lui ci vuole bene qualsiasi sia la nostra storia. Per lui siamo figli sempre e ciò nessuno lo potrà mai cancellare. Il nostro patrono, poi ci esorta al coraggio. So che la vostra principale nostalgia è di andare prima o poi oltre questi muri. Ma intanto siete chiamati a costruire la pace nel vostro cuore, a recuperare la capacità di progettare e di sognare. A voi è chiesto quindi un supplemento di coraggio e di determinazione, ma non dimenticate mai che siete figli amati da Dio». Poi, mons. Boccardo ha definito il carcere «una casa particolare ma ricca di significato, resa “preziosa” da una vera ricchezza, da un grande patrimonio: i vostri sentimenti, i vostri pensieri per i familiari a casa, in particolare per i vostri figli». Al termine della celebrazione l’Arcivescovo ha salutato i detenuti presenti nella cappella: molti gli hanno consegnato lettere con la loro storia, altri gliela hanno accennata a voce. Tutti gli hanno detto: «portaci sempre nel tuo cuore». Prima di lasciare il carcere mons. Boccardo ha fatto una foto ricordo con la reliquia di S. Ponziano con alcuni detenuti che lo hanno desiderato e che hanno acconsentito, con la firma della liberatoria, alla pubblicazione. Uno scatto è stato fatto anche con il Comandante e con gli agenti della Polizia Penitenziaria.
La seconda tappa di S. Ponziano messaggero di misericordia è stata all’Istituto “Mons. Pietro Bonilli” di Trevi nel pomeriggio di venerdì 11 gennaio 2019. La reliquia del martire è giunta nella casa delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto che accoglie donne disabili la sera del 10 gennaio, portata dal parroco di Trevi don Jozef Gercàk, che l’aveva prelevata al Centro di Solidarietà “Don Guerrino Rota”. Le quattro religiose, guidate da suor Angela Del Vecchio, l’hanno custodita nella cappella interna della casa. L’Arcivescovo è giunto intorno alle 15.30, ha salutato le donne disabili e si è intrattenuto per un colloquio con le suore e il personale che vi lavora. Mons. Boccardo ha anche fatto gli auguri di buon compleanno alla storica infermiera della struttura per i suoi 90 anni.
Alle 16.00, poi, è iniziato il momento di preghiera nella grande e bella chiesa della Madonna delle Lacrime. Diversi i fedeli presenti, tra cui anche alcune monache benedettine di Trevi e di Norcia (accolte a Trevi dopo i sismi del 2016). Oltre a don Jozef, c’erano don Sem Fioretti parroco di Cannaiola di Trevi e don Artemio Bastianini, cappellano dell’Istituto.
Nell’omelia il Presule ha definito S. Ponziano «beato perché amico di Dio. Lui è stato un uomo fortunato e ciò può sembrare strano in quanto è stato torturato e poi ucciso. La sua esistenza sembra un fallimento. Ma lui aveva capito che la vita ha un senso nella misura in cui è vissuta alla sequela del Signore, non cedendo alle lusinghe (per lui quelle del pro console di Roma che gli diceva di abbandonare il cristianesimo, ndr) ma rimanendo fedeli al Figlio di Dio. E noi, ricordando il suo martirio, siamo chiamati a dare contenuto alle nostre giornate, ad avere un progetto di vita che sia fecondo, a donare il cuore ai miseri. S. Ponziano in visita a questa benemerita istituzione ci ricorda l’attenzione ai piccoli, a quanti con faticano portano il peso della vita. In questa casa si respira accoglienza, ascolto, comprensione; qui si sperimenta concretamente che il Vangelo è ancora capace di rispondere alle esigenze del cuore dell’uomo».
Prima tappa: S. Ponziano al Centro di Solidarietà “Don Guerrino Rota. «Diamo il via alle celebrazioni di S. Ponziano in questo luogo significativo ed eloquente». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha salutato, giovedì 10 gennaio 2019, presso la struttura “Il Mulino” a Protte di Spoleto, le persone accolte dal Centro di solidarietà “Don Guerrino Rota” che seguono un percorso terapeutico per uscire dal tunnel delle dipendenze, in particolare dalla droga. Il Presule, arrivato insieme al cerimoniere don Edoardo Rossi e al parroco del luogo don Giovanni Cocianga, è stato accolto dal presidente del Centro mons. Eugenio Bartoli. L’ingresso della reliquia di S. Ponziano – la sacra testa – nell’auditorium de “Il Mulino” è stato accompagnato da un lungo applauso.
Mons. Boccardo ha poi presieduto un breve momento preghiera, animato nei canti da alcuni ragazzi ospiti del Centro, diretti da Loretta Carlini. Dopo la lettura della passio (il racconto del martirio) di S. Ponziano e di un estratto dell’esortazione apostolica di papa Francesco Gaudete et exsultate, l’Arcivescovo nell’omelia ha sottolineato che «il nostro patrono è stato ucciso perché rimasto fedele al Vangelo. Era un giovane che aveva un progetto di vita, che voleva dare un contributo, ispirato a Cristo, per edificare la società. E anche voi – ha detto rivolto alle persone accolte dal Centro – state seguendo un progetto, chiamato Progetto Uomo, per riprendere in mano la vostra vita e non sprecarla, per ridarle un senso e una direzione. Con delle regole a volte anche esigenti state dando concretezza al sogno di avere una vita bella e piena, che non vuol dire esente da difficoltà. Il vostro passato è carico di errori e sbandamenti, così come il mio, come quello dei sacerdoti che sono qui, o ancora quello dei vostri operatori, dei volontari. Tutti abbiamo dei fallimenti alle spalle, ma tutti siamo consapevoli che c’è un domani da costruire con le nostre mani. Ciascuno di noi potrebbe essere inserito nel Progetto Uomo che state seguendo. Nella vita, infatti, non ci sono i migliori e i peggiori, i buoni e i cattivi: tutti lo siamo. A S. Ponziano chiediamo che ci aiuti ad essere coerenti e a lui affido il vostro percorso affinché possiate ritrovare una vita piena, bella e buona, che sarà anche faticosa ma sicuramente pacificata dentro. Il soggiorno nella terra di S. Ponziano – ha concluso mons. Boccardo – sia per voi la bussola del cammino odierno e futuro, che immaginiamo ricco di frutti». Dopo la benedizione finale, tutti hanno cantato il popolare inno al martire spoletino.