La comunità cristiana e civile di Montefalco, unitamente all’intera archidiocesi di Spoleto-Norcia, domenica 17 agosto, ha ricordato la memoria liturgica della Santa patrona Chiara della Croce, monaca agostiniana vissuta tra il 1268 e il 1308. Molti i fedeli che hanno partecipato al solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo mons. Renato Boccardo e concelebrato dal priore-parroco di Montefalco, don Vito Stramaccia, dal priore provinciale d’Italia degli agostiniani, padre Luciano de Michieli, e da altri sacerdoti diocesani e agostiniani. Presenti naturalmente le monache agostiniane “padrone di casa”, guidate dalla priora madre Maria Rosa Guerrini. Nutrita anche la presenza della autorità civili e militari, ad iniziare dal sindaco di Montefalco Donatella Tesei.
«S. Chiara – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – ci insegna che solo Gesù è capace di donarci la sapienza necessaria per abitare il tempo senza sconti né compromessi. Ella scelse Gesù come amico, lo seguì come Maestro e lo accolse come Salvatore. Ebbe il coraggio di stare con lui, fu coerente, pensò secondo Dio e non secondo le mode e le convenienze del tempo. Fare memoria di questa grande Santa allora è invito per tutti noi – ha proseguito l’Arcivescovo – a pensare secondo Dio, che non vuol dire essere fanatici o bigotti ma persone normali che cercano di seguire un progetto di vita ed essere ad esso fedele».
Come ogni anno, prima dell’offertorio, c’è stata l’offerta dell’olio che alimenterà per tutto l’anno la fiaccola dinanzi l’urna di S. Chiara. Quest’anno è stato donato dalla Casa Famiglia OAMI di Baiano di Spoleto, opera segno della Caritas diocesana che accoglie persone diversamente abili. Un gesto molto significativo e nuovo (finora l’olio era stato offerto da vari Comuni dell’Umbria), che ricorda la grande attenzione che S. Chiara ha avuto per le persone in difficoltà del suo tempo e richiama i cristiani che vivono il tempo presente ad essere altrettanto solleciti ai bisogni dell’uomo. La presidente della Casa, Egidia Patito, insieme a tre persone diversamente abili (in tutto nella struttura ce ne vivono dodici), ha accesso la lampada e l’ha deposta nei pressi dell’urna della Santa. «È molto bello – ha detto mons. Boccardo – che nella festa di S. Chiara risalti in modo particolare il segno della carità, che non è solo fare l’elemosina, ma è vivere con gli altri, essere capaci di perdonare e cancellare le offese, accogliere chi è in difficoltà. Tutti siamo chiamati a compiere le opere buone là dove viviamo: questa è la via migliore per contrastare l’odio, per far cessare le sopraffazioni e le violenze».