Giornata per la vita. Due gli eventi organizzati dall’Archidiocesi: “Racconta la vita” e “La Messa per i nati nell’anno”. Grande partcipazione di gente. Foto.

Giornata per la vita. Due gli eventi organizzati dall’Archidiocesi: “Racconta la vita” e “La Messa per i nati nell’anno”. Grande partcipazione di gente. Foto.
Giornata per la Vita

Giornata per la vita. Due gli eventi organizzati dall’Archidiocesi: “Racconta la vita” e “La Messa per i nati nell’anno”. Grande partcipazione di gente. Foto.

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Giornata per la vita. Due gli eventi organizzati dall’Archidiocesi: “Racconta la vita” e “La Messa per i nati nell’anno”. Grande partcipazione di gente. Foto.
Giornata per la Vita

Anche l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, così come le altre Chiese del mondo, ha celebrato la XXXIIIª Giornata per la Vita dal tema “Educare alla pienezza della vita”. Due i momenti organizzati in collaborazione con il Reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale di Spoleto, con l’Associazione Scienza e Vita e con il Movimento perla Vita: “Racconta la vita” tenutosi sabato 5 febbraio all’Auditorium della Scuola di Polizia e la “Messa per i nati nell’anno” tenutasi, invece, domenica 6 nella chiesa di S. Pietro a Spoleto.

Fotogallery sabato 5: “Racconta la vita”

Fotogallery domenica 6: “Messa per i nati nell’anno”

Al di là di ogni previsione la partecipazione della gente. Oltre quattrocento persone – tantissime giovani coppie con bambini – hanno riempito il grande auditorium della Scuola di Polizia; altrettante sono salite nella chiesa di S. Pietro per la Messa dei nati nell’anno. La risposta degli spoletini e più in generale degli abitanti dell’intera Archidiocesi testimonia come la vita sta a cuore agli uomini e alle donne di questo tempo. E la Chiesa con semplicità, la stessa che scandisce i ritmi di una famiglia, ha offerto questi due momenti per raccontare la bellezza della vita nelle sue diverse espressioni. «Noi – ha affermato l’Arcivescovo Renato Boccardo nel saluto iniziale alla tavola rotonda di sabato 5 febbraio – crediamo che nella creatura umana vi sia l’immagine di Dio. E ciò che va contro la vita e l’amore ci fa rabbrividire». Con questo spirito sul palco della Scuola di Polizia alcune persone, moderate dal vaticanista della Rai Fabio Zavattaro, hanno raccontato la vita, la loro esperienza di vita. La prima a prendere la parola è stata Carla Erbaioli, ostetrica all’ospedale di Spoleto, che ha parlato del contatto che si instaura tra la levatrice e la mamma. «L’ostetrica – ha detto – è colei che non giudica, ma accompagna. Le sue mani sanno essere calde e fredde secondo le circostanze. All’interno della sua borsa non possono mai mancare l’amore e la passione per la vita». Giuseppe Muni di Castel Ritaldi ha parlato della gioia che sta vivendo con sua moglie e cioè l’attesa del loro primo figlio che nascerà a giugno. «La pancia della mia sposa – ha detto il giovane trentatreenne – è un po’ la mia piccola terra: nell’abbracciarla è come se abbracciassi me stesso, mia moglie, mio figlio. Ci stiamo preparando ad accogliere la vita tra le nostre braccia, ma anche lui ci dovrà accogliere con i nostri pregi e difetti». Poi, è stata la volta di Francesca e Guido Camanni. Sposi da dieci anni, fanno parte dell’Associazione “Comunità Giovanni XXIII” (quella fondata da don Oreste Benzi) e vivono nel convento dell’Annunziata a Capro di Bevagna. Hanno adottato tre figli diversamente abili – Pio, Paolo e Zoe –, che nessuno voleva, che, secondo la decisione di altri, avrebbero dovuto trascorrere i loro giorni in un istituto. E invece la volontà di Dio era diversa, aveva stabilito che per loro si aprissero le porte di una famiglia. Quella di Guido e Francesca. E proprio Guido per spiegare la loro scelta ha detto: «gli uomini hanno inventato gli istituti, Dio ha pensato alla famiglia per far crescere i bambini». Oltre ai tre figli adottati, ne hanno altri in affido. Ad oggi sono passati nella loro casa trentadue persone. «La vita è un’esplosione – ha detto Francesca -. Ti trasforma, ti travolge, non possiamo fermarla, va oltre quello che tu vuoi. Noi siamo felici perché dov’era sterilità oggi c’è fecondità». Pietro e Daniela Mochetti di turrita di Montefalco hanno invece raccontato come l’arrivo del piccolo Federico, nove mesi fa, ha cambiato positivamente gli equilibri familiari. «Grazie al percorso pre-matrimoniale che abbiamo fatto a Cannaiola di Trevi – ha detto Daniela – abbiamo capito l’importanza dei figli in una coppia. Insieme a mio marito abbiamo scelto di non fare la miocentesi in quanto eravamo pronti – grazie al sostegno della preghiera – ad accogliere la vita comunque», sia nella normalità che nella disabilità. Simonetta Mancini, sposa e mamma spoletina, ha letto la lettera di Luca Russo (impossibilitato a partecipare), papà di un bambino che vive attaccato ad una macchina. In una lettera aperta a Roberto Saviano pubblicata dal quotidiano Avvenire il 6 gennaio scorso ha detto: «È vita vera quella di mio figlio intubato». L’ultima testimonianza è stata quella di Linda Missione, giovane siciliana che ha portato a termine una gravidanza nonostante l’abbandono del suo fidanzato e la volontà della famiglia di farla abortire. Grazie all’aiuto delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto che hanno una casa a Niscemi, Linda ha finto di abortire e successivamente ha detto ai suoi che sarebbe andata a Bologna a completare gli studi. In realtà non è mai partita per la città emiliana; si è solo rifugiata dalle Suore a Niscemi, a cinquanta chilometri di distanza da casa. Dopo il parto sono stati avvertiti i genitori ai quali è stata raccontata la verità. Oggi sono tutti felici e grazie alla determinazione della ragazza e all’aiuto delle Suore è stato evitato un aborto ed è venuta alla luce la piccola Gianna. Hanno allietato il pomeriggio le poesie dello spoletino Simone Fagioli e la musica degli allievi della Scuola di Musica e Danza “A. Onofri” di Spoleto.

Domenica 6 febbraio, invece, si è svolto il secondo appuntamento che l’Archidiocesi ha organizzato per la Giornata per la Vita. La Messa per i nati nell’anno, cioè per tutti quei bimbi (469) che nel 2010 sono venuti al mondo nel Reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale di Spoleto. È stato veramente bello vedere tantissime giovani coppie spoletine con i loro figlioletti, sentire gli angelici pianti dei pargoli, ammirare gli sguardi dei nonni verso i nipotini. «Questi bambini – ha detto l’Arcivescovo Boccardo nell’omelia – rallegrano la nostra celebrazione eucaristica». Poi, rivolto ai genitori presenti: «I piccoli che tenete in braccio o che cullate nelle carrozzine sono per la vostra casa un raggio di luce. Li avete attesi e non sono nati per caso, ma dalla volontà di Dio che ha talmente tanta fiducia di voi che vi ha affidato qualcuno fatto a sua immagine e somiglianza. Voi siete chiamati a dare sapore alla vita dei vostri figli. Li dovete consigliare e sostenere. Il Vescovo vi chiede di non lasciarli soli, non aspettate che diventino grandi per educarli alla vita. Nel vostro amore trovino sempre la culla ideale per crescere nella sapienza e nella grazia». Il Presule, inoltre, ha espresso parole di gratitudine per il Reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale di Spoleto: «grazie della vostra professionalità, grazie perché ogni giorno celebrate la vita». All’interno della chiesa, su dei pannelli, erano state sistemate le foto di tutti i neonati. Alla celebrazione era presente anche il Sindaco di Spoleto Daniele Benedetti e il Presidente del Consiglio Comunale Patrizia Cristofori. Al termine della messa tutti i presenti si sono recati sul piazzale della chiesa. Ad ogni coppia è stato consegnato un palloncino: rosa se genitori di una femminuccia, blu se genitori di un maschietto. Contemporaneamente sono stati fatti volare in aria come: un gesto simbolico per concludere la Giornata per la Vita, per dire che nella vita si deve sempre puntare in alto.

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