Giornata per la Vita 2015

Giornata per la Vita 2015

Giornata per la Vita 2015

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Giornata per la Vita 2015

Venerdì 6 e domenica 8 febbraio la Pastorale familiare dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, in collaborazione con il reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’ospedale di Spoleto, celebra  la Giornata per la Vita con il consolidato schema: venerdì pomeriggio convegno “Racconta la Vita” e domenica mattina Messa “per i nati nell’anno” in Cattedrale. Com’è consuetudine la Chiesa italiana propone questa giornata la prima domenica di febbraio; in quella data però, per impegni pastorali da tempo programmati, non è stato possibile organizzare nessun evento.

Sulla base del Messaggio del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per la Giornata per la Vita 2015, “Solidali per la vita”, venerdì 6 febbraio alle ore 18.00, presso l’auditorium dell’Istituto per Sovrintendenti P.S. “R. Lanari” di Spoleto (Scuola di Polizia), si terrà il convegno “Racconta la Vita”. Il giornalista e conduttore televisivo Massimo Giletti farà emergere, intervistando sei “testimoni”, l’importanza della solidarietà verso la vita che può aprirsi anche a forme nuove e creative di generosità. Interverranno:

  • Don Aniello Manganiello, Parroco di Scampia (NA) per 16 anni: si è sempre battuto in prima linea contro la criminalità organizzata e il malaffare. Testimonianza sul recupero di una vita segnata dalla violenza e della criminalità.
  • Chiara e Sandro Baggio, di Torino, sposati, tre figli. Testimonianza di una famiglia normale che si apre alla vita degli altri in parrocchia, nell’accompagnare i fidanzati al matrimonio, nell’ascoltare storie di vita familiare (crisi, momenti di difficoltà, gioie).
  • Paola e Gualtiero Terzi di Rocca di Papa (Roma), sposati, cinque figli. Testimonianza di una famiglia normale che ha scelto di “educare alla vita” i propri figli mandandoli a studiare in Università di varie parti del mondo (Africa, India ecc…): sono accolti da famiglie locali. A loro volta, essi, accolgono ragazzi di varie parti del mondo che studiano in Italia. Apertura alla vita come interscambio culturale.
  • Anna Maria Benedetti, sposata, tre figli, per venti anni coordinatrice della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia: racconta la sua “rinascita” dopo quattro delicati, infausti interventi al cuore in tre mesi. Il medico: “Signora, eravamo in pochi a credere che ce l’avrebbe fatta”.
  • Anna Maria Brizi, di Collestatte di Terni. È una storia semplice, come quella di tante altre persone, che è segno di fiducia in Dio di fronte ad ogni avversità. Anna Maria Brizzi, con i suoi figli Michele e Nicola e con l’anziana zia Vincenza, di cui si prende cura, ogni giorno si rimbocca le maniche per affrontare la vita con tenacia, senza il marito (morto per una fibrosi polmonare) e con un figlio, Michele, autistico. Nonostante ciò, mette a disposizione il suo tempo in parrocchia, testimoniando (a giovani e anziani) che la vita è bella nonostante tutto.
  • Battistina Vargiu, sarda di origine, spoletina di adozione, sposata, una figlia. È stata insegnante e per tanti anni dirigente scolastico nelle scuole di Spoleto. Ha ricoperto anche il ruolo di assessore all’istruzione e alle politiche sociali nel Comune di Spoleto. Testimonia la sua esperienza con e per i giovani e la bellezza di accompagnarli alla scoperta della vita. 
  • La Banda Musicale della Città di Spoleto eseguirà brani musicali tra le testimonianze.

L’altro appuntamento in programma è per domenica 8 febbraio alle 11.30 in Duomo: l’arcivescovo mons. Renato Boccardo presiederà la Messa cosiddetta “per i nati nell’anno”, ossia con tutti i bambini – e rispettivi genitori, fratelli, nonni e amici – che nel 2014 sono nati nel reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’ospedale di Spoleto diretto dal dott. Fabrizio Damiani.  Con questa “speciale” celebrazione eucaristica, che si tiene a Spoleto da oltre dieci anni,  si vuole sottolineare che il desiderio di avere un figlio  è nobile e grande. «È – come scritto nel messaggio del Consiglio Permanente della CEI succitato – come un lievito che fa fermentare la nostra società, segnata dalla “cultura del benessere che ci anestetizza” e dalla crisi economica che pare non finire. Il nostro Paese non può lasciarsi rubare la fecondità».

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