L’avvicendarsi di un prete in una parrocchia è motivo per rafforzare la coscienza dell’essere popolo di Dio in cammino. Ciò è accaduto a Norcia domenica 15 luglio, quando l’arcivescovo Renato Boccardo ha presentato alla comunità nursina il nuovo parroco nella persona di don Luciano Avenati, che prende il posto del compianto mons. Mario Curini, deceduto a soli 46 anni lo scorso 30 maggio. Concattedrale di S. Maria piena: oltre agli abitanti del luogo, diversi ne sono giunti dalla parrocchia dell’Abbazia di S. Eutizio in Preci (che don Luciano continuerà, per ora, a guidare) e da quelle di Petrignano e Palazzo di Assisi, diocesi nella quale ha svolto il servizio pastorale per ben 39 anni. Presenti diversi sacerdoti del Vicariato della Valnerina, così come i monaci benedettini di Norcia. A rappresentare le istituzioni pubbliche c’era il sindaco Gianpaolo Stefanelli.
Nell’omelia mons. Boccardo, entrando nello specifico delle Letture del giorno, ha sottolineato l’importanza della chiamata di Dio all’uomo. «Nella prima Lettura – ha detto – il profeta Amos, uomo dei campi, ricevette da Dio una missione specifica, quella di parlare a suo nome per far risuonare i messaggi divini. Nella seconda Lettura S. Paolo ricorda l’origine della chiamata di ogni cristiano, nella consapevolezza che l’uomo è conosciuto da Dio in tutta la sua ricchezza e povertà. Nel Vangelo Gesù chiama i dodici e li manda a comunicare ciò che hanno sperimentato stando con lui. Certo – ha proseguito il Presule – hanno conosciuto il rifiuto, eppure hanno continuato il loro cammino. In fondo il Signore non promette mai una vita facile ma, al termine di essa, garantisce una vita piena». Ed è propria in quest’ottica della chiamata di Dio ai suoi figli, che l’Arcivescovo ha, poi, presentato il nuovo parroco di S. Maria in Norcia, di S. Maria Assunta in Castelluccio di Norcia, di S. Michele in Cortigno di Norcia, di S. Michele Arcangelo in Savelli di Norcia e di S. Pellegrino Vescovo in S. Pellegrino di Norcia. «Grazie don Luciano – ha detto – per la generosità con cui hai raccolto l’eredità di don Mario. Cari nursini, ve lo dono come parroco di tutti e di ciascuno. Viene a voi “né con pane, né con sacca, né con denaro nella cintura” (Mc 6,7-13), ma con la sola forza del Vangelo. Don Luciano sa bene che andrà incontro ad accoglienze diverse, ma sa di essere inviato ad annunziare una Parola che non gli appartiene e una speranza che in lui è stata seminata. Mi auguro – ha concluso mons. Boccardo – che il nuovo parroco sia con voi la sentinella che scruta l’arrivo della luce e indichi il cammino da percorrere».
Al termine della celebrazione, don Luciano ha rivolto un saluto ai presenti. Come prima cosa ha ricordato con affetto e tristezza il suo predecessore. «Non pensavo – ha detto – di tornare stabile a Norcia, dopo 39 anni di assenza (vi è, infatti, nato il 12 dicembre 1948 e vi è stato ordinato prete nel 1973), come parroco. Voi ora siete la mia “famiglia” e, insieme, ci incamminiamo nella strada che la Chiesa, universale e diocesana, ci indica, basandoci sull’ascolto capillare del Vangelo, sulla centralità della parrocchia e della celebrazione domenica e sulle relazioni personali, senza dimenticare la grande grazia del Concilio Ecumenico Vaticano II, alla scuola del quale ho avuto la grazia di formarmi».