La Visita Pastorale, come dice del resto il nome stesso, è una “visita” nel senso corrente del termine: il nostro Arcivescovo andrà in visita là dove si svolge la vita di fede della gente e dove la Comunità si ritrova per ascoltare la Parola che salva e spezzare l’unico Pane, per testimoniare la speranza della vita eterna e scambiarsi reciprocamente il dono della carità fraterna. L’aggettivo “pastorale ” indica che la visita è compiuta dal Vescovo, il quale nella Chiesa diocesana è segno di Cristo buon Pastore; e indica pure che gli obiettivi e gli intendimenti della visita sono pastorali, sono cioè ordinati a favorire e promuovere la vita cristiana dei singoli e delle Comunità.
L’Arcivescovo, pertanto, sosterà in ogni Parrocchia condividendo con i sacerdoti e i fedeli alcuni momenti della vita parrocchiale. Incontrerà la realtà della Parrocchia nei suoi aspetti quotidiani. L’attenzione alla dimensione ordinaria non impedisce, comunque, che la Visita Pastorale sia motivo di gioia. Anzitutto per il fatto dell’incontro tra il Vescovo e il “suo” popolo. La Visita Pastorale è, infatti, per la Chiesa diocesana espressione e richiamo dell’unità, di cui il Vescovo è “visibile principio e fondamento nelle Chiese particolari” (Concilio E. Vaticano II, Costituzione Lumen Gentium, n. 23).
La Visita Pastorale, inoltre, è motivo di gioia perché, come dice il Direttorio dei Vescovi, “è un evento di grazia che riflette in qualche modo l’ immagine di quella singolarissima e del tutto meravigliosa visita per mezzo della quale il Pastore Sommo, il Vescovo delle nostre anime Gesù Cristo ha visitato e redento il suo popolo” (n. 166,3).
La Visita Pastorale, dunque è da guardare con occhio di fede e da preparare con la preghiera.