Fiaccolata a Cascia nel primo anniversario del terremoto del 26 e 30 ottobre 2016. Mons. Boccardo: «In cammino per ringraziare il Signore che ha preservato le nostre vite». Foto.

Fiaccolata a Cascia nel primo anniversario del terremoto del 26 e 30 ottobre 2016. Mons. Boccardo: «In cammino per ringraziare il Signore che ha preservato le nostre vite». Foto.

Fiaccolata a Cascia nel primo anniversario del terremoto del 26 e 30 ottobre 2016. Mons. Boccardo: «In cammino per ringraziare il Signore che ha preservato le nostre vite». Foto.

/
/
/
Fiaccolata a Cascia nel primo anniversario del terremoto del 26 e 30 ottobre 2016. Mons. Boccardo: «In cammino per ringraziare il Signore che ha preservato le nostre vite». Foto.

Il 26 ottobre 2016 due forti scosse di terremoto hanno fatto ripiombare la popolazione della Valnerina nella paura, che si stava lentamente assopendo dopo il terremoto del 24 agosto. Case lesionate, gente in strada, chiese danneggiate seriamente, su tutte l’Abbazia di S. Eutizio a Preci e la chiesa di S. Salvatore a Campi di Norcia. Quelle scosse però sono state un prezioso campanello di allarme per il violentissimo terremoto del 30 ottobre: la maggior parte delle persone, impaurite, non era nelle case e ciò ha contribuito in modo significativo al fatto che non si sono dovute piangere vittime.  

Foto-gallery (foto di Massimo Chiappini)

E il 26 ottobre scorso, ad un anno esatto dalle prime scosse autunnali, l’archidiocesi di Spoleto-Norcia ha avviato le celebrazioni commemorative del primo anniversario del terremoto. Alle 21.00 l’arcivescovo Renato Boccardo è salito a Cascia per una fiaccolata dalla Basilica di Santa Rita al Centro di Comunità “Santa Maria della Visitazione” in Piazza Dante. «Siamo qui – ha detto il Presule all’avvio del momento di preghiera – per ringraziare il Signore che ha preservato le nostre vite, per rafforzare l’impegno della ricostruzione che coinvolge tutti noi, per rianimare la speranza che ci fa guardare al futuro con fiducia». Molte le persone che si sono strette intorno al Vescovo in ascolto della Parola, desiderose di affidare al buon Dio la sfida che le attende: l’impegno nella ricostruzione. Presenti tutti i sacerdoti della zona, diocesani e religiosi agostiniani, ad iniziare dai parroci di Cascia don Renzo Persiani, di Avendita e Poggioprimocaso don Giuliano Medori, di Roccaporena don Canzio Scarabottini e dal rettore della Basilica padre Bernardino Pinciaroli. Due monache agostiniane rappresentavano la comunità claustrale che custodisce le spoglie mortali di Santa Rita. Presente il sindaco di Cascia Mario De Carolis, il suo “collega” di Norcia Nicola Alemanno, il comandante della Compagnia Carabinieri di Norcia e altre autorità civili e militari del luogo. «Grazie cari Sindaci – ha detto il Presidente della Conferenza episcopale umbra – per essere qui insieme; è grazie alla vicinanza e alla solidarietà anche tra Istituzioni che riusciremo a ripartire bene». «Partendo da questa Basilica – ha proseguito mons. Boccardo – che custodisce il corpo di Santa Rita, che nella sua vita ha lavorato e sofferto per la ricostruzione sociale di questo territorio casciano, cammineremo verso il Centro di comunità realizzato da Caritas italiana che esprime concretamente l’impegno e il desiderio della ricostruzione e della rinascita. Rita ci consegna alcuni “ingredienti” che ci saranno utili per avviare il post sisma: la fortezza interiore dinanzi alle difficoltà, la fedeltà a un progetto di vita, la forza di raccogliere e ordinare le idee con criterio per fare il bene».

Arcivescovo, sacerdoti, fedeli e autorità si sono avviati in cammino con le fiaccole in mano, simbolo della fede che illumina le vicende umane, della speranza che ci fa guardare al futuro con fiducia, della solidarietà con cui si vuole lavorare insieme, della fraternità che deve attraversare le relazioni interpersonali. Lungo il percorso lettura di alcuni brani biblici, canti, invocazioni. L’Arcivescovo ha pregato per chi ha perso la casa, per chi è chiamato a ripensare il proprio lavoro, per gli anziani soli, per gli ammalati, per le famiglie in difficoltà. Dinanzi al Centro di comunità la preghiera di mons. Boccardo è stata per i politici: «Chiediamo al Signore che conceda loro il dono della fantasia e della creatività per rispondere alle attese di quanti anelano una soluzione ai problemi generati dal terremoto». Prima della benedizione finale l’Arcivescovo ha esortato i presenti a non trascurare, accanto alla ricostruzione dei muri, quella del cuore delle persone e delle comunità. «Non aspettiamo che le autorità facciano tutto. Iniziamo a chiederci cosa possiamo fare anche noi. Come prima cosa, mi pare, continuiamo a volerci bene e a perdonarci come fatto in questo primo anno di terremoto, a mettere in luce ciò che unisce la nostra comunità e non ciò che la divide, a non dimenticare la straordinaria solidarietà ricevuta da fuori e quella che ci siamo scambiati vicendevolmente nel tempo della prova. Solo così riusciremo ad essere collaborativi con chi è preposto a “governare” la fase della ricostruzione. E noi questa sera, nella preghiera, abbiamo detto: ci siamo». 

Dalla stessa rubrica...

Seguici su Facebook

Dalla stessa rubrica...

ultime pubblicazioni

ultime pubblicazioni

Seguici su Facebook