Martedì 12 ottobre 2021 nella Basilica di Santa Rita a Cascia l’Arcivescovo ha presieduto la Messa nella festa liturgica della beata Maria Teresa Fasce e nel 25° anniversario della Provincia agostiniana d’Italia. Per l’occasione è stato portato a Cascia il corpo di S. Nicola da Tolentino: lui e Santa Rita, infatti, sono i patroni della famiglia agostiniana italiana guidata da padre Giustino Casciano, che conta 23 comunità sul territorio nazionale, una in Slovacchia e cinque nel Vicariato di Apurimac in Perù. Alla celebrazione erano presenti: il priore provinciale d’Italia degli agostiniani padre Casciano, il rettore della basilica di Cascia padre Luciano De Michieli, vari frati agostiniani, don Canzio Scarabottini parroco di Cascia, altri presbiteri diocesani della zona, autorità civili e militari di Cascia e Tolentino. Mons. Boccardo nell’omelia ha così parlato della madre Fasce, per la quale si sono avviate le celebrazioni per il XXV della beatificazione (1997-2022): «Non si è accontenta di qualche slancio di entusiasmo, ma ha ricercato e ha trovato il senso dell’esistenza in Gesù. Si è messa alla scuola del Vangelo e ha trovato ispirazione per dare sapore e colore alle giornate. È stata
strumento di carità e di misericordia per la gente del suo tempo, per le “apette” di Santa Rita (bambine e ragazze in difficoltà da lei accolte, ndr), per le monache agostiniane di cui è stata badessa per tanti anni. Aveva scoperto la ricchezza, che è Gesù, e la dispensava intorno a sé, essendo immagine luminosa della tenerezza di Dio». Poi, il pensiero del Presule su S. Nicola da Tolentino: «Era sempre a disposizione per ascoltare la gente nel confessionale: ha formato così uomini e donne aiutandoli a diventare grandi nella vita cristiana. I Santi, per noi nello specifico S. Nicola, Santa Rita e la beata Fasce, – ha proseguito l’Arcivescovo – ci dicono: provaci anche tu a prendere sul serio il Vangelo. Se vuoi, ne sei capace! Fai bene quello che devi fare ogni giorno: questo è il tuo cammino di santità».
Padre Giustino Casciano ha fortemente voluto che Santa Rita e S. Nicola si incontrassero: «Sono stato in seminario a Cascia – afferma -, ho studiato fin da ragazzo in questo luogo e sono poi diventato frate agostiniano. Adesso che ho la responsabilità dell’Ordine in tutta Italia ho voluto che i per 25° della Provincia S. Nicola e Santa Rita si potessero incontrare e potessimo con il loro aiuto camminare con la Chiesa in questa esperienza sinodale. In Italia abbiamo delle presenze importanti, oltre Santa Rita a Cascia e S. Nicola a Tolentino, come ad esempio la tomba del Santo Padre Agostino a Pavia e quella di Santa Monica a Roma. Abbiamo delle presenze importanti a livello spirituale e pastorale in santuari e parrocchie, ma anche a livello culturale: l’Ordine ha al centro di Roma un’eccellenza universitaria che è l’Istituto Patristico Augustinianum. S. Agostino è un gigante, S. Nicola e Santa Rita sono coloro che hanno resto attuale il messaggio del vescovo di Ippona».
Al termine della celebrazione le monache hanno cantato il nuovo inno alla beata Fasce dal titolo “Eterno incomparabile Dio” che riporta alcuni pensieri della Beata. Dopo la benedizione, Vescovo, presbiteri, autorità e fedeli sono scesi nella basilica inferiore per la supplica dinanzi al corpo della beata Fasce.
La beata Maria Teresa Fasce. Nasce a Torriglia (GE) il 27 dicembre 1881. L’educazione ricevuta presso le suore Gianelline, rappresenta forse, per lei, un presagio lontano dell’avvenire. Entrare in monastero, infatti, diventa presto un suo desiderio, ma deve pregare molto, deve aspettare e soffrire, prima di poter intendere con chiarezza il progetto che Dio ha scelto per lei. Quando conosce la figura di Santa Rita, che era stata da poco proclamata santa, è il 1900 e Maria Fasce ha 19 anni. Per lei, l’incontro con la santa degli impossibili, è un colpo di fulmine vero e proprio. Non ha più nessun dubbio sul volersi donare tutta al Signore, seguendo Rita. La sua volontà è talmente forte che non c’è ragione che tiene, neppure le insistenze della famiglia che la vorrebbe vicina. La sua meta sarà il Monastero Santa Rita, in quel minuscolo paese, sperduto nel cuore dell’Umbria, che si chiama Cascia. Il Monastero di Santa Rita da Cascia la accoglie come postulante a 25 anni, il 6 giugno del 1906. La notte di Natale, nell’atmosfera luminosa e significativa della grande solennità, offre al Signore la sua giovinezza. Prende il nome di Suor Maria Teresa Fasce e veste l’abito agostiniano. L’anno seguente, nella stessa solennità, sancisce coi voti religiosi la sua consacrazione. Dal 1914, è Maestra d’esempio e di parola per le giovani novizie, per le quali è una perfetta guida spirituale. Po, dal 1917 al 1920, la fiducia delle consorelle la chiama ai compiti di responsabilità come madre Vicaria. Dal 1920, fino alla morte, con voto unanime, le suore la proclamano Abbadessa. Così diventa, per antonomasia, “La Madre”. Come guida del Monastero, Madre Maria Teresa si affida alla Provvidenza, ma questo per lei non significa aspettare, ma pregare e agire. Durante gli anni bui della guerra, per tutti i bisognosi è una madre affettuosa. Così, ascoltando ed accogliendo il prossimo, comprende l’importanza di diffondere il culto di Santa Rita, in tutto il mondo. Grazie alla sua tenacia, riesce a realizzare opere che esistono ancora oggi a Cascia, come la Basilica, costruita con le offerte che chiedeva tramite Dalle Api alle Rose, la rivista che ancora oggi è per tutti la voce di Santa Rita. E poi, l’Alveare di Santa Rita, nel quale esprime il suo speciale spirito materno, cambiando la vita di tante bambine, ancora oggi. Per oltre venticinque anni porta con grande sacrificio un tumore al seno, considerato da lei il suo più grande tesoro, in quanto le dà modo di offrire ancor di più la sua vita a Dio nella sofferenza. La malattia riserva al corpo estenuanti sofferenze, ma il suo spirito resta sempre pronto all’azione. Chiude gli occhi alla terra, per aprirli alla vita eterna, il 18 gennaio 1947. Le sue spoglie benedette riposano nella Basilica Inferiore di Cascia. Nel 1997, San Giovanni Paolo II la proclama beata: è il 12 ottobre, giorno in cui ricorre ogni anno la sua festa.