Assemblea diocesana e conclusione del Giubileo della Cattedrale. Cronaca, foto e video della Messa.

Assemblea diocesana e conclusione del Giubileo della Cattedrale. Cronaca, foto e video della Messa.

Assemblea diocesana e conclusione del Giubileo della Cattedrale. Cronaca, foto e video della Messa.

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Assemblea diocesana e conclusione del Giubileo della Cattedrale. Cronaca, foto e video della Messa.

Chiesa: mistero e missione. È stato il tema dell’assemblea che l’archidiocesi di Spoleto-Norcia ha celebrato il 13 e 14 ottobre scorsi a Cannaiola di Trevi e domenica 15 in Duomo. L’evento è coinciso con due momenti significativi e storici: la conclusione dell’825° anniversario della consacrazione della Cattedrale (nel 1198 da papa Innocenzo III, ndr) e l’avvio della nuova presenza pastorale sul territorio con la costituzione delle sedici Pievanie nelle quali convergono le 71 parrocchie che fino ad ora hanno punteggiato il territorio e nelle quali l’azione pastorale è affidata ad un Pievano, ad alcuni sacerdoti e diaconi collaboratori e ad un’equipe di fedeli laici. Ai lavori assembleari a Cannaiola vi hanno preso parte oltre 250 persone; alla celebrazione eucaristica in Duomo del 15 ottobre, invece, le persone presenti erano molte di più. Don Giovanni Zampa, vicario per la pastorale della diocesi di Foligno, ha parlato de “Il mistero della Chiesa” ponendo ai presenti la domanda “Perché amo la Chiesa?” e cercando di rispondere con la sua esperienza di vita, con la Bibbia, specialmente con il libro dell’Apocalisse, con i documenti del Concilio Vaticano II e con l’esortazione Evangelii gaudium di papa Francesco. «La Chiesa – ha detto – è la più grande creatura di Dio. Attraverso di essa vediamo il volto di Gesù. Spesso la critichiamo e ne parliamo male, viviamo da separati in casa. Questo è molto triste. La Chiesa la possiamo capire solo amandola profondamente. É uno strumento di pace, va contemplata a prescindere dalla struttura e dalla forma. La domenica è il giorno ideale per fare ciò». Poi don Zampa ha delineato la sfida alla quale oggi la Chiesa deve rispondere: «Il passaggio dalla devozione alla fede, dalle folle alla comunità». Don Paolo Asolan, Preside del Pontificio Istituto Pastorale “Redemptor hominis” di Roma, ha parlato di “Quale missione per la Chiesa di oggi?”. All’interno della relazione (consultabile su www.spoletonorcia.it) , ha indicato qualche dato sintetico per dare forma alla missione della Chiesa qui e ora: il consiglio pastorale non è un’assemblea di condominio dove si decidono cose pratiche, ma deve essere simile a un ritiro spirituale dove il discernimento è metodo e strumento; nella pastorale giovanile e nella catechesi è opportuno uscire dagli schemi scolastici e di animazione culturale; la parrocchia deve uscire dalla presunzione di essere determinante nella vita della società e diventare un laboratorio dell’integrazione; i preti devono intraprendere percorsi formativi per educarsi ad essere ruolo di guida effettivamente evangelico in questo tempo; le relazioni e la vita affettiva devono diventare l’alfabeto normale dell’evangelizzazione e questa centralità comporta che altre pastorali non possono assorbire le stesse energie. La mattina di sabato 14 è stata dedicata all’approfondimento del tema: i partecipanti hanno portato il loro contributo suddivisi in quattordici tavoli, secondo lo stile sinodale. In diversi hanno sottolineato la bellissima esperienza di conoscenza, di ascolto reciproco, di sguardo sulla realtà ecclesiale.

FOTO-GALLERY ASSEMBLEA 

FOTO-GALLERY MESSA IN DUOMO

Il coronamento dell’assemblea è stata la celebrazione eucaristica in Duomo di domenica 15 ottobre presieduta dall’Arcivescovo a conclusione dell’825° anniversario della dedicazione della Cattedrale. Una liturgia molto partecipata non solo nel numero di presenti ma soprattutto per il clima di raccoglimento e di preghiera e che è terminata con la chiusura della Porta della Santa. La Messa è stata animata dal coro diocesano diretto da Mauro Presazzi con all’organo Angelo Silvio Rosati. Nelle navate laterali della Cattedrale sono stati posizionati gli stendardi dei Santi e Beati della Diocesi. Sul presbiterio, invece, sono stati posti la Santissima Icone e le reliquie dei Santi patroni della Diocesi, Ponziano e Benedetto. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere don Pier Luigi Morlino.

L’Anno giubilare è stato voluto per far prendere coscienza che tutti siamo “il luogo” dove Dio pone la sua dimora, creati a sua immagine e somiglianza. Mons. Boccardo nell’omelia ha parlato di uno dei frutti più significativi del Giubileo: la costituzione di sedici nuove Pievanie. «Ciò – ha detto – ci condurrà a tralasciare tanti aspetti e tradizioni non più essenziali e significativi per la vita cristiana, a centralizzare le Messe domenicali in un “polo eucaristico”, ad assumere nuovi e diversi criteri e modalità di presenza e di azione pastorale. Si tratta di una svolta storica nel cammino della diocesi, nata dal desiderio di ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa, da un esame attento della realtà e dalla valutazione delle forze disponibili. Essa ci conduce non ad un “meno” (meno Messe, meno servizi, meno presenza) ma ad un “più” (più qualità, più iniziative pastorali, più scambio di esperienze): non un impoverimento ma un arricchimento per tutti».

Al termine della Messa il vicario generale don Sem Fioretti ha ringraziato l’Arcivescovo per questo anno giubilare: «È stata un’opportunità di ascolto, di preghiera e di fraternità. Abbiamo compreso ancora meglio quanto sia bella la nostra Chiesa di Spoleto-Norcia. In questo anno la sua premura è stata incantevole: tutti sono stati accolti e salutati da lei in Duomo e questo è stato apprezzato moltissimo. La sua paternità ha raggiunto tanti cuori. Chiediamo per lei consolazione e maggiore forza. È vero, ultimamente ci sono state parole, meglio dei “morsi velenosi”, a commento delle scelte pastorali, che hanno procurato anche sofferenza. Ma sappia che c’è tanta gente che le vuole bene e ciò è dimostrato dalla grande partecipazione all’assemblea e alla celebrazione di questa sera. Molto bello, poi, che tanti malati stanno offrendo la loro sofferenza per il suo ministero e per la nostra Chiesa. Che Dio la benedica».

INTERVENTO DON PAOLO ASOLAN 

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO 

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