Da lunedì 17 a mercoledì 20 giugno si è tenuta, a Roccaporena di Cascia, l’annuale assemblea del clero dell’Archidiocesi. I lavori sono stati moderati dall’arcivescovo Boccardo. Le mattinate sono state dedicate all’approfondimento di un tema; i pomeriggi, invece, sono stati caratterizzati da lavori di gruppo su tematiche specifiche, come la prossima Visita Pastorale di mons. Boccardo alle parrocchie della Diocesi, come la presenza dei sacerdoti sul territorio o, infine, come celebrare in loco l’Anno della Fede indetto dal Papa che inizierà l’11 ottobre prossimo. Il tutto è stato scandito dalla preghiera, personale e comunitaria.
Il primo giorno, lunedì 17, fra Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, ha parlato de “La lectio divina nella comunità cristiana”. Con la solita chiarezza che lo contraddistingue, andando diretto al nocciolo della questione, Bianchi ha ricordato ai presbiteri che la Lectio divina si fa solo sulle Scritture e non sulla vita dei Santi o sul magistero della Chiesa. Poi, ha tenuto a precisare che la Bibbia non è Parola di Dio, ne è solo il contenitore. «Le parole in essa scritte – ha detto – vanno lette con lo Spirito che le ha ispirate, altrimenti la mia conoscenza è pari a quella che può avere un ateo. Ecco allora che la Lectio divina vuol fare uscire la Parola dalla Bibbia». Come fare? Il Priore di Bose ha indicato quattro elementi essenziali. Primo, la Lectio, cioè la lettura del testo biblico così com’è, preceduta dall’invocazione dello Spirito Santo. «Leggetelo più volte – ha affermato Bianchi – e, se possibile, ricopiatelo». Secondo, la Meditatio, cioè scavare nel testo letto, lavorare su di esso per passi paralleli (cercare, ad esempio, altre pagine della Scrittura che parlano dello stesso tema). È un approfondimento del senso della pagina biblica, dunque studio, sforzo per superare la distanza culturale che ci separa dal testo. Terzo, l’Oratio, cioè far diventare preghiera quello che abbiamo letto e meditato. I modi della Oratio sono quelli che lo Spirito suscita: lacrime di gioia o di compunzione; silenzio adorante; intercessione per persone sofferenti evocate dal testo; lode e ringraziamento. Quarto, la Contemplatio, cioè quotidiano allenamento ad assumere lo sguardo di Dio su di noi e sulla realtà.
Il secondo giorno, martedì 18 giugno, don Dario Vitali docente di Ecclesiologia alla Pontificia Università Gregoriana, ha proposto il tema “La Chiesa fa l’Eucarestia. L’Eucarestia fa la Chiesa”. «Chiesa e sacramento – ha detto – formano un binomio inscindibile. Se al popolo di Dio manca la mensa della Parola e quella eucaristica esso muore di fame. Oggi è importante pensare sempre più ad una Chiesa eucaristica, dove il primato è della Parola: questa sarà una Chiesa piena di speranza».
L’ultimo giorno, mercoledì 19, Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione Cattolica, ha parlato della “Presenza del cristiano nel mondo”. «Quello del cristiano – ha detto – non è un generico stare nel mondo, quasi il mondo fosse semplicemente un territorio da abitare. Quella dei cristiani è una presenza nella quale si riflette la forza trasformante dell’incontro con il Signore, che è incontro che cambia la vita. I cristiani non cercano di appartarsi rispetto allo scorrere della vita quotidiana e alle responsabilità che essi condividono con ogni persona. Essi sono desiderosi di essere fino in fondo cittadini, consapevoli che per esserlo devono farsi anche un po’ “stranieri”: stranieri come può esserlo chi guarda il mondo e lo ama con il cuore di Dio; stranieri ad ogni interpretazione dell’esistenza di basso profilo; alla mondanità, ad ogni esaltazione dell’individuo e dei suoi interessi a prescindere dagli altri; stranieri alla smania di successo e di potere; stranieri non per rimarcare le differenze o per segnare una lontananza, ma per dare della vita un’interpretazione originale, non ovvia, non consueta.
Come già comunicato, nel corso dell’Assemblea l’Arcivescovo ha annunciato il nuovo Arciprete di Norcia nella persona di don Luciano Avenati.